La ratio del presente lavoro è quello di analizzare:le modifiche che il d.l. 20 marzo 2014, n. 34, convertito, con modifiche, in l. 16 maggio 2014, n. 78, c.d. Jobs Act, recante “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”, apporta al diritto del lavoro. Nel d.l. 34/2014 (entrato in vigore il 21 marzo 2014), convertito, con modifiche, con la l. n. 78/2014, entrata in vigore il 20 maggio 2014, tra le misure che mette a punto, troviamo semplificazioni sul lavoro a termine, sul contratto di somministrazione a tempo determinato e sul contratto di apprendistato, nonché in materia di Durc.Infine, verranno analizzate le modifiche con tabelle sintetiche e con approfondimenti che metteranno in luce tutti gli aspetti critici e le incongruenze, vista la mancanza di una disciplina transitoria;le novità introdotte dalla Legge Delega (l. 10 dicembre 2014, n. 183), recante “Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, entrato in vigore il 16 dicembre 2014. Tale legge delega ha emanato i primi due decreti attuativi, ossia il d.lgs. 4 marzo 2015, n. 22, recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati” ed il d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, con le “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”. I due decreti legislativi sono entrati in vigore dal 7 marzo 2015.Ai lettori lasciamo giudicare se le norme della l. 78/2014 e dei decreti attuativi (d.lgs. n. 22/2015, n. 23/2015, n. 80/2015 e n. 81/2015) della l. 10 dicembre 2014, n. 183, c.d. Jobs Act, vanno ad investire sulla forzalavoro o portano i diritti dei lavoratori all’800.